Vademecum per la passeggiata ideale
- Andrea
- 3 feb 2016
- Tempo di lettura: 5 min

E’ da tempo ormai che dedico gran parte del mio tempo a, perdonate la delicatezza, “uscire i cani a pisciarli”. Se inizialmente poteva essere definita una necessità, con il mio inserimento nell’universo della cinofilia è diventato un vero e proprio pretesto per conoscere sia i cani che le persone nella cosiddetta “passeggiata”, il “momento rilassante” della giornata. Avendo cominciato a gestire cani di una certa mole, man mano che la gente mi vedeva fui in poco tempo etichettato come “quello a cui dare il cagnaccio”. Sarà stata una questione di ruoli? Alla ragazza il cagnolino, e al ragazzo il cagnolone? A quel tempo non sapevo. Da ignorante, ignoravo. Poi cominciai a far caso a quello che mi dicevano i padroni dei cani ogni volta che mi presentavo a loro. Cominciava sempre così: “Occhio che tira” “Occhio agli altri maschi” “Occhio che salta sulla gente” “Occhio a non passare davanti a quel bar” “Occhio che monta la volpina della signora Luigia” “Occhio alla cacca” A forza di sentire la parola “occhio” mi stavo convincendo di essere cieco. Ma non fa niente, ho sempre detto sì, non ho mai esitato sulle loro avvertenze, ho sempre adempito al mio dovere e l’ho sempre fatto volentieri, è una cosa che a me piace. Cane dopo cane ho imparato a gestire le passeggiate rendendole degne di tale nome, evitando baruffe tra cani e tra proprietari, evitando figure barbine facendo scii nautico con il guinzaglio, fino alla fatidica ammissione da parte dei “clienti”: “Oh ma… com’è che il mio cane è così tranquillo con te?” “Oh ma… perché con i loro padroni fanno sempre gli schizzati e con te no?” “Oh ma… ti fidi?” “Oh ma… è tuo? No perché sembra tuo”
La mia risposta è sempre stata “Io non faccio nulla di speciale. Può darsi che sono solamente tranquillo.” Fu questo a farmi capire perché la gente mi affidava il loro amicone. Fortuna vuole che questo “motto” coincide con quello del Centro Anubi: calma e tranquillità anche nelle situazioni tese, con tutta probabilità stavo mantenendo l’atteggiamento giusto. Ora come ora non ho nessun titolo in mano, non sono ancora Educatore, mi piace definirmi “uno stronzo qualunque” che ha ancora tutto da imparare, ma quello che imparo mi piace condividerlo, come questi punti che formano il mio Vademecum per la passeggiata ideale. Potrebbero sembrare cose ovvie o risapute per i più, ma vi assicuro che non lo sono. Come tutti i consigli di questo mondo, pure questi son frutto di un parere strettamente personale. 1. Attenetevi alle leggi. Sembra banale e fuori moda ma il rischio è sempre dietro l’angolo, oltre alle multe rischiate di perdere la faccia con le altre persone. Non esagero, vi parlano dietro, tanta gente ha davvero il culo al posto della testa. Guinzaglio massimo di un metro e mezzo, buttate via i flexi che oltre a costare un fottio non mettono il cane nelle condizioni di gestirsi lo spazio disponibile… se si estende fino a 10 metri, il cane vorrà sempre correre 10 metri da voi. Tenetevi sempre una scorta di sacchetti per la cacca (deiezioni per i forbiti), le autorità di competenza pretendono che ne abbiate almeno due con voi. Naturalmente usateli, non è denigrante come molti pensano. Se portate il vostro peloso sui mezzi pubblici o nei bar, tenetevi appresso una museruola perché è obbligatorio. Lasciate il cane libero solo nelle aree cani, perché nei parchi pubblici rischiate la multa, e poi perché c’è sempre l’anziano scassapalle.

2. Valutate chi si avvicina al vostro cane. Girovagando con cani non miei e che non conosco appieno, ho la mia dose di responsabilità che mi obbliga a mantenere un comportamento neutro e di parte, anche perché se il cane è bravo con me, non è detto che lo sia con te. Che abbiate un Chihuahua o un Pastore del Caucaso, è bene fare attenzione a chi vuole guardarlo e soprattutto toccarlo: al vostro cane potrebbe non piacere essere palpeggiato da chicchessia, molti di loro difendono la loro “zona intima”. Chiunque si avvicini, ricordategli di non proporsi né frontalmente né da dietro ma lateralmente, farsi annusare e per ultimo toccarlo. Evitate che gli venga accarezzata la testa e indirizzateli sul petto o sul torace con dei colpetti (specie d’estate). Valutate la reazione del cane per decidere se continuare a toccarlo o meno. Occhio ai bambini che urlano quando li vedono, e tendono a corrergli incontro, spesso anche in gruppo, peggio delle iene. Al cane potrebbe non interessare il fatto che siano bambini, oltre al rischio di innescargli una vera e propria “bimbo-fobia”.
3. Non convincete i timorosi del contrario. Se avete un bel cagnone dallo sguardo truce e dal collo taurino, non pretendete che tutti gli altri condividano questa vostra passione. Seppur infondata, tanta gente ha paura. “Dai non avere paura, toccalo!” “Ma smettila che non ti morde!” “Ma bona non fare la fighetta, guarda, gli metto pure la mano in bocca, son troppo un figo!” Il cane magari è un pezzo di pane, ma potrebbe saltare per leccare in faccia la persona che s’è fidata di voi, terrorizzandola letteralmente. Se ha paura, lasciategliela, saranno loro a decidere se avvicinarsi o meno.

4. La linea che divide la pace dal conflitto. Molte volte la causa di baruffe tra cani è dovuta dalla competizione di varia natura, da quella sessuale che è tra le più infide, a quella scatenata da azioni compiute a fin di bene. Quante volte vi preparate per andare all’area cani muniti di pallina, o cercate direttamente sul territorio dei bastoni da lanciare al vostro cane? Diceva il saggio cinese vegetariano “se il vostlo cane è blavo, non vuol dile che lo sia pule quell’altlo, clibbio”. Spesso la pallina o il bastone può diventare l’obiettivo finale di un cane quando entra in modalità gioco, che tra la foga e l’eccitazione talvolta è disposto a “mostrare i denti” pur di raggiungere il suo traguardo. A volte pure la coccola data ad un altro cane può scatenare gelosie nel vostro, accendendo la scintilla della tragedia greca, e se a quel punto ve la cavate a dividere i cani, poi dovrete dividervi voi dall’altro proprietario. Se entrate in queste aree siate prevenuti e riservate il gioco del lancio solo se non vi è nessun altro assieme a voi, in tal caso lasciate che i cani si muovano da soli ed interagiscano naturalmente. 5. Non generate orsi. Il fatto che abbiate un cane potenzialmente litigioso o mordace non implica il fatto che dobbiate tenerlo sotto una campana di vetro. Mi capita spesso di vedere proprietari di cani davvero grossi che, di fronte all’arrivo di altri proprietari, anche a distanze ragguardevoli, si destreggiano in evoluzioni con il guinzaglio che neanche le redini di un cavallo per fermarne il galoppo, il tutto seguito dall’urlo di battaglia: “Puoi cambiare stradaaaa?” Ellamadonna. Ovviamente non va liberato assieme a potenziali “vittime”, ma se vedete persone con cani cercate sempre di farlo relazionare con loro, sempre con le dovute misure cautelari e distanze di sicurezza, ma l’importante è che il cane capisca che nessuno è un pericolo, facendo in modo che associ la loro presenza ad eventi piacevoli e non stressanti: quindi, anche voi state tranquilli. E’ una passeggiata, non un’infiltrazione in una base terroristica.
Ce ne sarebbero tanti altri di punti, ma questi sono quelli più lampanti e frequenti che vedo. Alla base di tutto ci sta sempre la vostra tranquillità e responsabilità, date sempre il buon esempio ed eviterete così di passare dalla parte del torto, che di questi tempi la gente si tiene le denunce in tasca. Abbiamo già fin troppi problemi, non creiamone altri.
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